lunedì 14 novembre 2016

Zora

Foto di Piero Arianos
























Zora - da “Futuro Semplice”


a)

Niente a che fare
Con il magistralmente detto.
Invece, bacchettare l’orlo di una giornata crisalide
Si sta senza più speranza, senza più potere.
Bambolina. Mammola. allevata spira di coltelli.
Con sapienza pallida, con una collera risentita che m’è propria,
Oggidì.
Moto di salotti, su di una terra rossiccia all’alba e alla sera,
Quando sfioro il tuo tremore di embrione e vuoto
Un argomento di orizzonte,
Orifizi per occhi di pupe, di là da “come”, il tuo esser-ti difesa,
Sincera? non me ne curo,
Oggidì.

b)

Partorita in una fattoria a nord di Split,
Mi adagiavo, assira, in un aprile
Di tamburitze
Non cantavo con la ressa, turbavo la mia culla di biada,
A molte di noi era proibito, l’aprile.
<<Presto Le spazzole della valle avranno diritto al suffragio, da questo
Porto di storie illustrate…>>
Ma il “NOI NO” ci eccedeva: scorie
o arietta

c)

Più della giostra, più della invitante montata
Degli istanti
M’incantava la variazione
In gas
Di un cielo di ghiaia, il mutare in allegrezza del sidro di mele,
La carta andante che s’infervorava ora contro
Ora pro – costui, costei…
Metodo di cura per smagrire il tocco dei polsi,
Quando il fiume straripava dai margini della cornice, fin oltre il punto di fuga,
Al di là dei comignoli o gli impianti di balneazione,
Il ritrattista dava in ira, valicando in nitidezza le raggiere di smaniosi missionari
Da ultima cena.

d)

A sud i giornali uccidono i
Nostri morti -
Tutti fate cenno di sì con il capo. La storia è un dado
Di carne, ne basta un residuo per prevalere su una
Benedizione non richiesta.
<< Il brodo al riso un po’ alla volta. Un tegame piano..

Te-ga-me, tegame! Capito? E mi raccomando ai
chicchi neri...>>



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