lunedì 14 novembre 2016

Ariel








Ariel - da "Futuro Semplice"



Disinfettata, priva dei rottami - come un aculeo di ardesia.
Per insieme di rima potresti chiamarla frode,
Incesto – la compagnia
Di una vecchia medaglia al valore. Stasera veste a lutto – veletta
Bianca sui capelli di medusa. II soldatino partito, partito per guerra,
Là, nei globi vanescenti… Muda in fuoco, in vino.

Se ne va a danzare il bolero
Sull’ovale della marina, lei.
Stasera. A momenti più non distingui
La sua coda di ginestre, ma rallenta una fonte d’acqua buia…
Dovrebbe accendere una finestra sul patio alto
innevato: << Lo giuro>>
Ma stasera se ne va a danzare, lei - e il vento su una
Tolda di scaglie - veterana di
Un qualche tipo di pace – il vento a una guglia di polveri.
Così bella: non si riconosce. E come in un bizzarro
Rompicapo tocca perderci mezz’ora
Per convincerla a struccarsi le mani, la
Criniera di bel tempo… Sei ancora una bambina!
Gli occhi di stagno blu - come il suo soldato partito: presto rincasa,
Presto, bambina...
E s’ode la campana disgelare il suo argento, per
Il valore di mutarsi in colomba;
E s’ode il nulla di una sillaba in cambio a un'allegrezza
Di mulini e di rivi, fra i campi, a sud della scarsa pietra cantata…
Non ci saranno acquai, lenitivi da cui
Attingere il ricavo di un giorno
Di pese. No. Non stasera: per un’edicola di sfere, per ciò in cui si sfida
Il senno di un rovinio spianato…
La china carminio vivo imbevuta del sangue delle sue
Ultime scintille. Ma non ami vestire in rosso, piccola storpia...



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