Petrolio_ di &m.B |
Storia di Kim che Guarda
il Mare – da “Frasario”
*
Avevi in mente sassi contro gli scuri, generati
Da privati, valvolari palesamenti.
Avevi in mente. Avevi in mente… ma fra una cosa e l’altra,
Fra bibliotecari sbarbatelli, mentre
ripiegavi in
Un angolo cent’anni di gallerie d’arte via
da questa cella di carta e di avorio,
Una parola aratro che adesso è questo giovane
maggese radiante;
Attesa per un’arteria d’ombra senza oriente: una
ad una con un soffio dell’asma tutte le piccole
Candele
di una processione sul mare. Di questo non sapevi, l’hanno fatto
Contro
ogni tua obiezione. Il contratto
Prevedeva un ufficio luminoso nella coda di
una balena,
buoni pasto ogni fine mese, le ferie
pagate sulle rive della visione
della buona vecchia Europa, 15
giorni l’anno…
Gli scuri sono di una finestrina della piramide di Cheope, c’hai vissuto per
trent’anni, sì ma ora...
ora scalcia via nell'aria la sirena di un naviglio...
ora scalcia via nell'aria la sirena di un naviglio...
La
finestrina affaccia
Nell’antro
della sibilla, la finestrina
Della
pietra in cui è sepolta la maschera di Agamennone e il cognome da nubile di tua
madre…
L’oblò
di un vascello nauseabondo, lo star-gate per una foresta d’avvocati e vecchi
banani fatiscenti
Avevi
in mente… Ma il buon umore di luglio te l’ha impedito
Garantendoti
il sud sbandato e il fegato di raggiungere la quota
Centomila
sulla tua lista di addii e finti come stai. Con le valige delle dita
Appena
scartate - tornavi da uno dei tuoi
viaggi in uno
dei tuoi globi impossibili. Avevi in mente anche un bel
Mottetto
e all’improvviso cinquantadue anni
Tuo marito che ti dice di aver fatto una polizza, per assicurarti una vita in un
atrio, con indosso
Solo
un sombrero ricavato da una vela celestina...
La fiacca ha acceso la bugia sul
comodino, l’ha spenta
Quasi subito; ed il latte è diventato
una notte a Eleusi,
Quel latte di china nerissima che ci
ha incantato tutti, per un’ora
Di giallo che c’ha visti correi,
per una durata di pane e di magro; nel bicchiere, il latte,
Sul comodino, di fianco alla tua
collezione di poesia italiana, dal ‘200
Ai giorni nostri.
*
Un flashback, perfettamente a caso,
In
una stanza nella pioggia di serpenti ad aspettarti -
Lacrima
l’inferno del refrigeratore puntato verso l’infinito -
Con
le banconote in mano che m’avanzano dall’affitto di una branda
Un
argomento di scena verso la
Baia, con la mezzaluna del Congo sorta da un
getto di vinaccia, preparato due giorni prima.
Con i miei scongiuri arcuati a
Inglese d’amore, zeppi di potere e
cristi vivi.
*
Vorrei ingigantirmi in te, guardarti
Enormemente ammassato, tradirmi con
le labbra dei nervi.
Dentro non avresti udito il picchiettio, la
serietà del
Crollo
fresco di quel cielo roso come
I piedini dei tavoli in quel muffoso bar sul
golfo, mentre il vapore dei frutti
Di bosco sale dalla mia tazza fino
all’osso
Della mente, giovane fucilato
con la camicia snodata...
*
<< …Il ghiaccio si ritrasforma in
barriera corallina
Tanto facilmente >> poi il
granchio
Della prima azienda di materassi e reti
ortopediche della zona,
Ha spento la radio, canticchiando “ogni cosa
che brilla è petrolio olio olio….” e siamo tornati
Nei paltò, nella neve, sui nostri
sandali ascetici, ai nostri furgoni
Targati con il nome dei venti, nei nostri paltò.
Nella neve.
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