lunedì 14 novembre 2016

Legmi




da "La Stufa a Gas"  - Legmi -


a)

Il cane si chiamava Zenone -
Una volta, lei, si era accasciata
Contro un muro,
Dietro il barrio, fra le granate del gelo solare,
L'urina gialloverde, schiumosa, scivolava dalla via in discesa del
Vicolo, serpe di zafferano - incuneandosi in una frase di
Spazio, benedetta, rischiarata:<< Benedetta la mitra affilata
Che indosso - disse, lei - mentre urino
E un serpente di sillabe dalla vescica, all'autunno...>>,
Sistemando la cerniera del rosolaccio di lana. A zig zag
Nell'autunno e, fra le mani, il virus del Monte del Drago
Annullava l'antibiotico contro la noia: partite a dadi, un gocciolo di
Rosolio, talvolta un vermouth,
Ad essere scaltre - con un'oliva, del ghiaccio
Sporco, color fumo-celeste o
turchino.

b)

Il fratello si chiamava Leo.
Sorella - Anne.
Ti guarda ancora fisso, dall'alto del principato dei cirri, Leo.
Dall'etero di una scienza lunatica, lebbrosa;
La chiamavano divina: ma è ai limiti
dello stagno...
(Ed
Il luccio vi sguscia a conquistarsi la sua posa
Di muschio, i gamberetti
D'acqua dolce, fra
Le crepe, in attesa. Il fratello - di nome Leo, sì -
Il fratello ne va ghiotto. E dei pornolibretti - pochi centesimi dal
tabaccaio -
Si chiamava Leo - pietra colorata che celi una primavera -
Leo, il nome del fratello che aveva portato a casa Zenone, da
Anne che imparava a leggere i
Tarocchi in un
Utero di nevischio
Colloquiale...

c)

Figlia di Avierescelto ed Ernesta,
Fiammina Piccola: trecce di spiròghira
Disserrate fra le scene;
Una volta aveva orinato contro un muro, come i maschi:
O-scena.
(Spende nel cielo il grido, ci si lascia andare, ma poco
Ci è concesso per godere, aghi effimeri
In fuga sopra allegri...)
Il grido che, appena s'incrina, l'aria verte nel bicchiere di Ernesta.
Vuoto - da? Tredici anni. Spolverato e lavato ogni sera,
Riempito di vino nell'attimo dei morti... come si deve.
Papà s'inclina, non si inginocchia, lì dove i suoi
Occhi traboccarono
Di lampare.


c1)
Una Verità caricata a palme...
Di Zenone: da una forra, spesso,
da un viaggio
Nel ligneo di santi pastori, reca l'immagine di una
Beccaccia che migra.
Come il cane: dona il limite di un volo o come la beccaccia che
Ha volato e non conosce il tuo simbolo,
Ma vola... e non sa, vola e non sa...
Che qualcuno dimentichi il tuo bicchiere, dopodomani.
Non somigliarmi nè a Leo - Lampo, lo chiamavamo da ragazze...
O
Come la bottiglia nella luce che ti sfiora le flesse alghe dell'Abside,
sotto la mitra di cashemir
E specchietti: fredda, zitta. Vuota. Piena. Vuotapiena.
Mezzo vuota. Mezza piena. Bottiglia o mitra, fin quando la
Riconosci: indice dell'orecchio che
Ti esclude.









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