domenica 20 novembre 2016

Arringa del Non Poeta

Almanacco del giorno prima di Dente




















Arringa del Non Poeta  da “ Bluff in-Versi”
Anne Kussell (&m.B - 1983)




E... no
Sono un poeta, no!... se non ho scritto una lettera
D’amore a te, terra che
Gemi di frontiere e coltelli! Se non un solo verso alla tua dimora,
Mio altro amore, tu, pieno di luce e di giochi
Estivi... Non sono un poeta se il mio cuore non si agita
Nell'accento di una volta amorosa…

Non sono creatura se non ho mai
Originato, io pure, un mattino di giade fra i colli: come posso, 
Con le parole povere; nasce come la perla, una parola, 
s'accosta in soste a matita... 
Non sono poeta, mentre non
Ho cantato sulla
tribuna di un assurdo comizio
Il male degli uomini in dio, senza voti di spazio o di silenzio
A una madonna di nevi, con ferri aulenti,
Con labbra d’acciaio…

No, non ho sensi se, per quanta cura, io
Non ho amato il sé uguale al sé. Io no, non sono poeta,
Libero in uno spoglio d’arche e celeste, battendo la mia coda 
di volpe di paradiso in paradiso,
Per un’ora in affitto sul litorale della mezzaluna, con i giunchi
Delle ginocchia flessi ad invocare
Il dio della bellezza,  lo stesso dio del vizio d’amore
Che ci affabula una carne stellata…

Così è mattino, mio senso stallato:  alberarci, di taglio
In taglio, tessuti di polveri…
Sorgono chiese di riposo, in mezzo a fiumi di campo nel fango,
Sì che è mattino verso un’ombra sospesa di diletti, per 
Questa profonda adolescenza fatta di strali di brina come anelli d’alloro: sì, 
E' mattina, se sfiliamo sulla rabbia
E ancora non batte i denti la razzia di un ghiaccio 
Furioso


*
Non sono di bianco, 
di neri…  Non ho colore alcuno se esulto per una 
pace priva di ulivi,
Se, fuori, per solo pochi che leggono,  è stampato un alfabeto d’oro, 
Io non sono poeta… non ho leggi a cui dedicarmi,  se la morte sillaba 
Con fruste di conoscenza, dall’alto di uno zoccolo 
il disgusto che parla
con il rostro sferrato…

E avevamo scie
D’azzurri…  Sulla via  dei gabbiani il bambino 
Arboreo che eri gioca con l’estate delle lucciole, 
Inalvea un filato astrale nella ribalta della baia 

No, non sono come la fiacca tenerezza 
d’aquilone o 
Come il rabdomante che indica una festa di lune. Pura, sul marchio di
Una tempestosa inerzia, io non sono poeta…    
Ma radiale  il dogma povero, tremola come 
La fiammella di un cero per i Lari –  Ah, se non legate alla mia 
vela una rotta caotica, scevra di me e di ogni
Grazia, possa perire questa brace squillante
Che non si concia a un porto
Di nubi! 









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