lunedì 28 novembre 2016

Saffica Contemporanea






Saffica Contemporanea
da "La Lampada E La Rosa" (Anne Kussell - 1986)

Scannellata d’assenza fra i contorni
qui una tenda, di là il guizzo d'occhi di una catena
aperta.


Eccomi estuari, botri, disseccata, luna di mille giga.
Nella stanza per gli ospiti, al primo piano, ho partorito, con gli
Imbianchini che giravano per casa, almeno uno dei tuoi stessi figli.
Chi sei? Quale la tua cornice?
All'angolo, com'è giusto, i frutti del silenzio stanno a
maledire i nostri nomi.
A-poiéin, se t'invoco! Sul ciliegio del cortile, nel fosso
I papaverii, corde di un'arpa infinita...
Quinta scena di rara luce - pure accade
L’incanto della forma, tenta il proprio rosario... L’ottimismo
Cosmico che mi accosta all’infinito,
Solo


Il paradigma coniugato
“All’infinito”.
Un canto di sirena ammalia chi è già sordo…
Il peso che genera mantra alla rinfusa…
Avremmo fatto a meno di stringhe, di bolli di cera.
Ci si abbarbica a un niente e ci si ripete, il balzo di carta
Cova una tomba di aureole
Sui monti,

Vanno il pensiero e la sua
Ascissa -
una casa divorata dal grecale, le zolle di pomice
Ultramarino spaccate, cattedrali giacenti in
Pozzi armonici, l'acqua stellare di lieti
Rientri, fiumane... Celesta, per un cifrario di carta ch'attendi, povera
Sciocca, di un fiore perduto....
Povera,
Sciocca Saffino...


*
Sono la giovane serva - gli occhi di
Murena;
Il tuo nome i sandali di Ermes. A te, giovane topazio -
Giovane topazio e polvere, a te, versi-plasma - incandescenti,
In anticipo sull'alinea notturna dei rubini...
Poesia semplice, refrattaria, scritta sul fuso di un oracolo spento;
Muta e tarda come un riccio di castagna,
Non la chiedevi diversa.








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