venerdì 25 novembre 2016

Topaz






Topaz – da “Bluff in-Versi –
(Anne Kussell, 1983)

*
Saetta, le rose di ciniglia del cappello di mia sorella,
L'organo elettrico del duomo di sabbia che
Piange perché viene sera... Gatto-Angelus, fra i battage e le lamiere,
Sul fiumiciattolo incendiato dal sole a motore
Freddo lucente, come il seme di nespolo fatto a ciondolo dai
Bambini, sull’agonia dei garretti, lungo la spianata per il campo di volo:
Il cappello sfiorato dal libeccio.
L’organo sepolto nel ventre di una balena, in
Un campo dall’ultimo Carnevale…

*
L’hanno chiamato Saetta, per cui somiglia
Al piombo del lampo, negli
Occhi la fiamma di grano della fame… Gatto, ma t’avrei chiamato
Topaz: il tabarro di piombo prima della scossa…
Prima che le viscere della fortuna ideassero un mare lunare…
Qui,
Fra il giardino dei noci e i nevai in fiore sulle cime d'opali...
Il turchese di quel cielo, prima che Cecco si avvitasse in un verso
Coperto dai guizzi di bianchi licheni... Leda, sulla collina con i suoi orecchini di
Topazio, a scavarsi da sola un ossario, perché nessuno
Abbia nulla da ridire...

Il gatto-rosario, il cappello riposto sul comò,
Con gli occhiali;
L'organo andrebbe accordato, prima di ritornare in chiesa... E
Il campanile caduto sulla rosa dell’orfanotrofio,
Il cappello di Leda di fianco agli occhiali di Cecco, sul comò; le rose,
I licheni guizzanti battuti sul tamburo
della notte...

*
Nell’addiaccio delle lampade a spirito,
Nella vita fredda che lascia la sua spuma,
Respiri sull’ala di falco, dentro il pianoro
Dei lecci, gatto-caveau.
Di raggio in raggio, di nervo in nervo, sempre più a fior di neve,
Più nel senno trafitto del fossile semprevivo della tue elica, allunando
Fra le corolle di nebbia, finchè fra i margini una voce
Ti racimola il rollio in lumi d’acqua molle, gatto di ossario che vegli sulle
Spire di mio padre e del padre di mio padre…

I saltimbanchi giunti qui per tintinnare una moneta sul greto dell’altare!
I rosoni spuntano dalle fontane di borraggine…

Gatto-urna, gatto violino!
*
L’iride afosa, sorella di quella che
Legano i tuoi orli,
E fai sfavillare intera per il mondo d’uomini ch’hai scelto, immersa
Nel limo di un sangue oscuro, puoi tu non crederla
Minuta di un cantico leggero...









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