martedì 15 novembre 2016

Die Traumdeutung

Top of the world di Jacek Uerka


















Die Traumdeutung da “Futuro Semplice" 



*
Per me? Come una fiala di Ugurol,   
di Energia in Energia in Energia;
La più sicura posizione per ammirare il caotico
Porticato. Un’amica
Mi ha chiesto cosa sia il sogno - secondo, anzi, per - me.   
Dall’alto dell’urna sdentata, il vano sogno di culle avvinazzate.
Ercole furente, il leone.  Siedono su di un fiacco
Pietrisco di rivo,  ognuno, a suo modo, è  
Certo d’aver vinto. Gli orli bagnati di una chiesetta ortodossa
Crollano per comporre un vestito da sposo. La coda di rondine
Si infradicia nel ruscello. Di quarzo rosso, questa corte voltata in cielo.
E  l’inconsistente sonno – dirvi addio, rinunciando alle due
Perle nere nel fumetto, fuori dal caldo
Vano invernale.

*
Nell’andito, prima dell’alone,
Fra le sterline di cartapesta sul
Capanno, un pastello in una cornice dorata.
Il bambino sa di un antico contado, tutto di creta e ceselli complicati;
Macramè che, in vetrinette ordinate, divide in sillabe i canti
Per lo svolazzo della belladinotte. Le nubi sgroppanti dei carri, sopra
calle lunghe quanto il filo di una spola di misura
standard.

Vanno come il rancore
Che vorresti tradurre  in attrezzi da
Giardinaggio, in ordigni inesplosi, in ombrellini da sole,
In fertilissime colombe,
In giade fisse nell’intaglio, in azzurri
Spiantati, in segreti  omessi, in un gioco
Da ragazzi.

*
Fra i bronchi si fodera la calma
Della quaglia –
Proto era un progetto ambizioso - ogni anno incendiano la
Collina, per la caccia. Una volta,
Sul pendio di un uliveto, l’assessore all’ecologia di un comune vicino,
Con dei candelotti, fra le stoppie. Spuntano dal nerofumo,
Con i loro raggi cocenti, i viluppi di saggina, gli asparagi del 4 novembre. E le quaglie
Nidificano nelle rogge, tra rarefatti papaveri - l’abbiamo mandato via,
Con la sua 4per4, invece di sparargli lì lì un colpo
in mezzo agli occhiali.

Non puoi rifiutarti di timbrare il registro degli ospiti...

All’ombra dello scaciasciacalli, una donna è seduta su di un
Mucchio di ciottoli, macina l’orzo con un piccolo mortaio puerile.

Ci richiamiamo
Al precario accreditato errore, come ci venga
Offerto il vino della casa, in
Cambio di un pessimo servizio. Ma il baccalà era soffice, i tovaglioli smacchiati per bene. 







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