venerdì 2 dicembre 2016

Al Principe



Al Principe – da “La Cima Parlata”
(Anne  Kussell – 1988)





*
Sale al minareto del  futuro
Polveroso - modo di desiderio -  il canto dell’albatro  
E 
Ridiscende nel cuore
Lattante, schiavo del senza fine, del verso 
Mai” steso a rima. È  una venere lucifera il giorno, sei
Qui, alla prima cricca del sole - terra in cui i bambini guizzano, con ali di falco -

Le
Scritture dei grandi sofisti, e i maghi di storia - i vecchi
Si chinano agli altari del vino -
I libri di fumo,
Riavuti una notte di fuochi ad Alessandria,
Legati da una spessa cinta. Il tandem sfila e i lumi stesi 
Al
Quadro d’orizzonte, alla sera…
La cordiera dei monti suonata
Dal sole di oriente, piano, arpa o commedia -
Risuonata ad ovest, perla indurita dal miele di fosforo, dall’ apicoltura
Delle genesi diurne. Colma il fiato di una rada gioia il sangue onnipotente,
Sopra il cementato gassoso che passi dalla stanza
All’ateneo del sole.
Cantano gli aliti celesti dell’eterna mente, a mo’ di guitti,
entusiasti di una catena di mete sorgenti.
Sapevi. con gli occhi ancora trafitti
Dal
Sonno, la discesa notturna recata in un gesto del sangue,
Ai moli dolorosi, alle reti, ai garbugli, un pianto grattato e acre,
Ma è la strada per scrivere amore fra i tuoi appunti,
E che tu sappia che amore è la parola più difficile del mondo, la più indecifrabile:
Certo del tuo distare: amore: impossibile da scrivere.
Solleva pure il tuo argento a 
Sfera,

*
Viene al vento la rosa d'albatro, 
Pavese di una bella pace non  
Eterna…

La sera in piazza per l’ultimo rogo
D'Acqua, radici di rubini,
Finchè i tuoi occhi. La piazza liberata fu "dell'Ebbro
Coraggio”a lettere di limo nel tuo cuore a vapore…
Legge che sorge di squama in squama, di pietra in pietra,  come palpiti...

*
E tu che t’allerti a ogni scrittura ch’è sacra
Tu,
Giada semplice del giorno e della notte:
L’albatro mai s’allenta alla chiglia, e va… e va…
Una piazza di luce,
Il
Tuo Yatate di pietra e di fiume;
Posare i capelli a confonderli con la chioma ricciuta dei tigli,
A contarti semole di nubi, sul tappeto nudo
Volante, per ore - lettere dal sole nascente… e brilla il lucignolo, s’increspa il boato,
Si sgrana il torso della pietra…   Versi al principe, O basilica
D’azzurri scordati,
O ripa sepolta. Poesia a Te,  dirupo guizzante, culmine fra i lampi
Che non ho mai sfiorato - mai - con questa mano la tua veste
Di
China e di fiamma…






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