Le
Streghe – da “La Stufa A Gas”
(Anne
Kussell)
Le
conosco tutte
Le
streghe della mia zona -
Vengono
la sera, dopo la mezzanotte,
A trovarmi -
A trovarmi -
Offro
loro qualche sedia, del tè, a volte dei biscotti al burro, ma non accettano;
Stanno
in piedi, i lunghi capelli di cenere, nude, digiune, mi sussurrano sortilegi d’alabastro
Tendono la mia mente con serici fili di canzoni,
Fra
un giro e l’altro della clessidra del sangue.
Ma
quando chiedo loro se potrei anche io
Far
Parte
della loro bella cricca
Mi
salutano ridendo e ripudiano il nome di mio padre, svaniscono
In
una fessura del solaio, in un nembo di penne o fra i conti di un vecchio
registro,
E
si chiudono nel guscio dell’inverno - se estate, in una gonnella di papavero…
Risorgono
dalla fontana del santuario, la notte seguente, mi parlano in una lingua antica
Che
non afferro del tutto, si fanno largo a gesti nei miei occhi,
Mi
rivelano trame di
Crimini dolcissimi, e ridono, ridono, ridono...
Crimini dolcissimi, e ridono, ridono, ridono...
*
Non
vogliono che diventi una di loro
Temono
che potrei essere troppo potente, perché il mio animale celeste è il gatto,
mentre
Il
loro
È
il serpente - di fuoco - come
La
Mia
lingua.
Bella, bella, very nice. E quella lingua, visualizzata in pieno nella chiusa è uno shot. Un bacio.
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