A Benedetto Zoccola.
T’ho conosciuto ch’eri lunato sulla nostra guerra –
la mia, la tua, la loro
guerra. Sì, anche la loro...
Sfrondata dai colpi di moschetto, ripulita dalle
raffiche di vento,
in faccia al nulla di una povera preghiera…
La mia, la tua, la mia, la tua…
Ricordavi una vaga scultura - sfumata - con la tua
gioia, la nostra rabbia nella ricerca di un seme,
la partenza di mille vie stagnate nell’ancora di assurdi futuri forzati,
la partenza di mille vie stagnate nell’ancora di assurdi futuri forzati,
il sacro diritto alla paura - hai sorriso, questo non lo dimentico,
tu, magari, forse… io no. Lo ripeto.
Nella forza del sangue la lotta semina un acino di
diamante.
Nella forza del sangue la lotta semina un acino di
diamante…
Anche questo potrei ripeterlo - all’infinito…
Io? Stanco per il mio verso che non dà risparmio a una
tristezza esitante
- pietra inesauribile, eppure…
Perché è selce la parola - da levigare con le
mani nude
Ma l'amore è un picco di nevi che lambisce il vento...
Ma l'amore è un picco di nevi che lambisce il vento...
Nella forza del sangue la lotta semina un acino di
diamante,
Nel fiato una nota di piombo - l'attesa del
giorno...
*
Oggi t’ho colto una margherita,
un mio amico - un’altra -
e un altro - una ancora… Oggi t'ho colto una margherita...
*
Oggi t’ho colto una margherita,
un mio amico - un’altra -
e un altro - una ancora… Oggi t'ho colto una margherita...
Altri vengono a deporre una lettera d’oro…
Vedi, come un panno di seta è appena il guizzo delle
tue lacrime. Bisogna aver pianto
di gioia, per poter dire di aver pianto davvero - voce
del popolo che canta. Ma questo lo sai.
E che sia vero, o più vicino al vero, è dolce e mi
tormenta.
E che sia vero, o più vicino al vero, è dolce e mi
tormenta.
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