giovedì 29 dicembre 2016

Carme Dei Due Tempi






Carme Dei Due Tempi – da “La Stufa A Gas”
Anne Kussell



Incitare l’iridescenza di un alito a un
labaro rovente
(soffia – libeccio, soffia il canto di vapore che matura.
Muta il giorno in pensiero, l’arsura santifica la sete) -
Fondere nello stesso crogiolo etere e moto, strappare una rosa di magma
al cuore di un ragazzo innamorato.
(Amai il povero nulla in un ritiro dello spirito casuale,
l’io che fui,
credendo ogni cosa una lanterna definita).
E Inabissare il ventre di nave del mio significato, ribollire in un mezzogiorno
gassoso, con le mie idi alle porte dell’inverno alare,
chiamare il vino con il nome di mio padre…
…Potrebbe servire, sì, per riparare il vecchio orologio ad acqua che non va più da vent’anni.
Ma meglio, col senno che straripa, io stanotte scriverò una canzone d’amore…
*
Ecco ne ho già cantata una strofa, puoi sentire il
riverbero delle mie dita
sulla cassa nuda della chitarra.
Che stia lì il piccolo oriolo, che secchi con le meridiane tese al filo del sole:
altro, ben altro ha da fare il mio cuore; accordare per bene la chitarra,
trovare una rima per “partenza”, un accordo
mai usato.

E,
se ripenso, c’è da imbiancare il muretto con la calce, quello che dà sul selciato,
così che chi risalga il vecchio tempo noti meno l’orologio fermo su un’ora di furore,
che sosti a bearsi dei roseti che fra le crepe del lastricato io avrò piantato,
l’ora che conobbi le tue mani…

Eppure uno spasmo mi lede. Che, fra le rose e i miracoli delle api, tu, passando,
Ne sia assorto e scordi la canzone che per te ho scoperto.
Che fare, che fare, mio cuore, ora che si leva dalle balaustre l’ora di mille lucerne…
Strapperò la canzone e annegherò nell’acqua del torrente
o
cercherò in questo calice
di lenire l’eterno cricchìo degli ingranaggi…









 

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