Carme Dei Due Tempi – da “La
Stufa A Gas”
Anne Kussell
Incitare
l’iridescenza di un alito a un
labaro
rovente
(soffia
– libeccio, soffia il canto di vapore che matura.
Muta
il giorno in pensiero, l’arsura santifica la sete) -
Fondere
nello stesso crogiolo etere e moto, strappare una rosa di magma
al
cuore di un ragazzo innamorato.
(Amai
il povero nulla in un ritiro dello spirito casuale,
l’io
che fui,
credendo
ogni cosa una lanterna definita).
E
Inabissare il ventre di nave del mio significato, ribollire in un mezzogiorno
gassoso,
con le mie idi alle porte dell’inverno alare,
chiamare
il vino con il nome di mio padre…
…Potrebbe
servire, sì, per riparare il vecchio orologio ad acqua che non va più da vent’anni.
Ma
meglio, col senno che straripa, io stanotte scriverò una canzone d’amore…
*
Ecco
ne ho già cantata una strofa, puoi sentire il
riverbero
delle mie dita
sulla
cassa nuda della chitarra.
Che
stia lì il piccolo oriolo, che secchi con le meridiane tese al filo del sole:
altro,
ben altro ha da fare il mio cuore; accordare per bene la chitarra,
trovare
una rima per “partenza”, un accordo
mai
usato.
E,
se
ripenso, c’è da imbiancare il muretto con la calce, quello che dà sul selciato,
così
che chi risalga il vecchio tempo noti meno l’orologio fermo su un’ora di furore,
che
sosti a bearsi dei roseti che fra le crepe del lastricato io avrò piantato,
l’ora
che conobbi le tue mani…
Eppure
uno spasmo mi lede. Che, fra le rose e i miracoli delle api, tu, passando,
Ne
sia assorto e scordi la canzone che per te ho scoperto.
Che
fare, che fare, mio cuore, ora che si leva dalle balaustre l’ora di mille
lucerne…
Strapperò
la canzone e annegherò nell’acqua del torrente
o
cercherò
in questo calice
di
lenire l’eterno cricchìo degli ingranaggi…
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