mercoledì 7 dicembre 2016

Voce della mia stirpe che canta...







Da “La Cima Parlata”
(A. Kussell - 1988)


(Voce della mia stirpe che canta,
Dire - vorrei - e segnare una
Memoria:  non ricordo il dove e che vuol dire 
Questa fenice del sangue - risale
Da un non dove, dal mai sepolto in un brivido della pietra.
Vorrei ma è grigio argento    -       nel bel forziere.
Quasi non resta che nulla, primi anni della 
Mia infanzia felice, che fui giumenta e come alito di vento piano…
Ogni giorno fu – silenziosamente…)

Il tamburo, un giacinto di verbi; era… una sera 
Di gennaio -  o d’agosto fra i
Brani di un’alpe? Ormai ricordo appena il gong della grancassa - coda di volpe
Fra i filari sedati - L’anello di galassia in una fibra di carbone_  appena lo ricordo…
Oh, era un giacinto di versi, sì, come turchesi ultramarini;
Il suo tam, tam, tam di terra e di brina, coda di 
Volpe fra i filari.

Lì sulla soglia del focolare, quasi ancora fiamma:
Giunti alla fine dell'anno, salvi della morte:
Voce del mio popolo, canta, canta... -
Ai cori oscurati        -        ai canti vivi di una gleba di terra...
Alla preghiera d'ansia... il caro ricordo

Fende il canapo, il vino districa nei calici di fango. 
Fende il canapo, il vino districa.











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