Foto do Rosangela Musone |
La campana della missione
– da “La Cima Parlata”
(Anne Kussell – 1988)
*
Restano, anche se per poco, panami di nubi
Sugli apici dei monti-sillabe .
Sole sugli aranci, sole sui bivacchi della marea…
Ma, se la cerchi, è nella semioscurità la
Ma, se la cerchi, è nella semioscurità la
Soglia. Se lo chiedi, è di lì che passa la colonna,
fra i cunei della
Prateria e la collina. Magari ci lasceremo appena
giunte al chiostro; cosparsi
Di brina i fiori di sangue iridato
Che l’arredano - un rovinio strilloso che
acceca,
acceca,
Compagna che non m’hai sfiorata con la lingua delle
Dita, ma intagliato il guizzo delle
tue fucerne.
tue fucerne.
*
In cima alla più fonda
vita i poveri
averi che scolorano al sole…
*
Tin tin tin…
Il
Magenta nella finestra dirimpetto,
Un’irraggiarsi di tristezza olfattiva, una
Gara fra i gerani e gli stracci di vento - nella greca
d'oro
Il silenzio tremula a ondate - acqua
notturna.
*
Annotta e, qui alle sponde patrizie, il rigo
Di voci si disfa e s’accanisce.
Sfronda l’araucaria lo snidarsi delle luci a largo. I
miei solai (la mia gente mi
Benedì e mi negò la smania dell’amore) questi, ai
grumi di culle slattati
Da un filare di sibille,
Penombra di fiamma che non germina.
Fui Cloto, nel calco, fui sepolta
in
in
Un florilegio di canzoni;
Un ebbroso clamore d’ignoto - limpida e
Nuda polla del piazzale.
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