Il poeta
di Costantinopoli - da “ Nuovi Arrangia-menti”
(1992-
Anne Kussel)
Come
v’hanno detto, non sono uno alle prime armi…
Molto
inchiostro mi passa fra le mani
Dunque
mi conoscono a Lesbo, la mia terra, del resto anche da Roma
M’hanno
commesso idilli.
Ecco,
ascoltate,
Ve
ne canto qualcuno, lasciate solo che imbracci la mia lira.
Questa
è un’ode ad Apollo, irraggiante, piena di grande speranza,
Alla
maniera del caro Alceo. Ascoltate la mia
Matidia, ecco, la pensai al
Ritorno
dalla città di Suessa, mentre traversavamo io e i miei attivisti,
A
guado, il Garigliano, per non pagare il dazio.
Qui
per Parmenide, qui per la Lidia intera.
Ritmo
– nel confine umano – esatto. Ed ecco a Euterpe, badate, va migliorata
E
qui, accanto ai versi per le nove muse, ancora gialli di ginestre, il mio Tiranno
Eletto.
Ora
attendo da tempo ad altra materia: un’Arpia. Il mio grosso dilemma
Sono
le piume. Troppo lievi per farne una parola. Ma ho pronti i piani
Le
bozze, così leggere occorre che diventino da sollevarsi dalla carta
E
involarsi nella repubblica delle idee… estranee a sé e all’aedo, e nell’afa di
Dacia
Si
consumino lontane.
Ma
l’opera che più mi preme, come l’Ermete
Giovane
dello scultore di Tiana
La
sognai un giorno di biga, al tramonto, fuori del palazzo della Gorgone;
La
mente mia, a prova, ne ridiscese alle porte dell’Avello - Quanto la
Vagheggiai,
il bacio di Achille al suo assassino.
(Mentre a
voi, semi-legalmente,
offro il frutto di
questa conversazione…)
Eliaaaa ma come ti somiglia...ahahah
RispondiElimina