martedì 13 dicembre 2016

Flamen



WILLIAM TURNER






Flamen -  da “Nuovi Arrangia-menti”
(Anne Kussell – 1992)

*
Giungo  alle stanze di marmo  fra i servi di remote voluttà 
Non io, ma l’androide Saffo ha inciso questi versi nelle mie sillabe
Incenso per cui all’Olimpo - come una preghiera…
Nella volta del Circolo Latteo …. Non volli e fui straniero fra le soglie
Della mia casa ai limiti del pineto, per sempre…
*
Le feluche crollano sul fiume d’oriente, i titani si svegliano
Con Il sole nella trappola di tela. I sesti di questo intrico di pietra volli labili, concentrici;
Nel ginnasio vuoto, il calco di miele della Medusa fissi negli occhi eternamente…
Tu.

*
Il metà toro sillaba l’opera marcia con timore, con infamia…
Anche la tua musica di un’estate nell’orecchio di Siracusa - non resterà - Scaglia  per scaglia
squama per squama i piccoli lumi agli ossari desolati… - oh amore mio, io non scordo i piaceri che
Abbiamo conosciuto! D’ebano e olivo di ogni iddio sanguina la sete -

*
Col fiotto gridoso intuirmi all’ignoto di una cuspide di rumore… il plasma fiorito,
Il sole sulla piazza, versi d'eroi al limite del tempo che non conobbi…


*
Non spetta alla tua origine assistere  all’apocalisse nè prendervi parte,
Né al figlio di tuo figlio -  Voce dell’Oracolo – luna bianca, crisalidi di terra – vanno carri alla sera –
I servi dell’imperatore alla folla, piatti d’oro e fichi e uve e incensi. Noi alla lire di cedro,
Ai mantici. Dai Monti Delle Sibille alle stanze di marmo della miniera di sale,
Fino ai limiti del pineto - andai.... - al fianco della Poesia una rosa con la
Lingua in fiamme – giunti per le nozze di Inferno e Proserpina, mio inferno infernale...












Nessun commento:

Posta un commento